Fermo
Trionfa il nero, vince la sobrietà.
Pochi invitati (solo 70), molti paganti.
Per le donne tacchi vertiginosi e
tailleur sì, abiti lunghi e chiffon no.
L’avvento dell’era Brambatti cambia e di
molto i connotati alla prima dell’opera
al teatro dell’Aquila. Accantonati a piè
pari la sfarzosa organizzazione targata
Di Ruscio, gli inviti distribuiti a
destra e a manca, gli omaggi offerti a
sindaci e assessori di tutto il fermano,
il buffet talmente ricco che somigliava
a una cena con tanto di portate di ogni
genere. Il registro adesso è diverso.
Tanto che i volti noti del territorio al
debutto di questa stagione operistica ci
sono ma sono molto, molto meno che negli
anni passati.
Ci sono il sindaco di Fermo Nella
Brambatti, padrone di casa, in pantalone
nero e smanicato in pizzo, con il marito
Italo, circondata da tutta la giunta, in
primis da un elegantissimo Francesco
Trasatti, più emozionato che mai. La
stagione, gli spettacoli, risentono
fortemente della sua impronta e per lui,
quello di ieri sera, è stato un test
importantissimo per capire il gradimento
del pubblico. Ci sono le consigliere
regionale Rosalba Ortenzi, Maura
Malaspina accompagnata dal marito
Cristofaro La Corte e Graziella Ciriaci.
E poi il presidente del tribubnale Ugo
Vitali Rosati, il procuratore Andrea
Vardaro, il capitano dei carabinieri
Pasquale Zacheo, il commissario Ciro De
Luca, il presidente del Consiglio
comunale Giovanni Lanciotti, l’assessore
provinciale alla cultura Giuseppe
Buondonno, il presidente della Provincia
Fabrizio Cesetti, che mostra di
apprezzare la scelta di austerità fatta
dalla giunta comunale. “Una scelta
giusta - dice -. E’ giusto che chi vuole
godere di uno spettacolo culturale paghi
il biglietto”. Il prefetto Emilia
Zarrilli si congratula con gli
amministratori per la scelta del Nabucco
di Giuseppe Verdi. “E’ l’opera giusta
per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Sono
certa che la regia e la produzione
saranno all’altezza della situazione -
spiega poco prima dell’inizio dello
spettacolo - e sono altresì convinta che
sapranno ben interpretare questo
sentimento di ritrovata armonia della
Provincia di Fermo, che credo, come
prefetto, di ben sintetizzare”.
Ovviamente non poteva mancare al debutto
della stagione operistica la famiglia
Guardiani, patron di uno dei
calzaturifici più affermati del
territorio e main sponsor del cartellone
culturale fermano. “Abbiamo fatto la
scelta di sostenere la stagione
culturale di Fermo perché siamo
orgogliosi del nostro territorio e
perché crediamo che la cultura faccia
parte dei valori positivi da trasmettere
ai giovani - spiega Rossella Guardiani,
moglie di Alberto (assente per impegni
lavorativi), accompagnata dalla mamma -.
Lo facciamo con il cuore. Quando siamo
in giro per il mondo raccontiamo sempre
con grande orgoglio le nostre origini e
chiaramente Fermo e il suo teatro
dell’Aquila sono parte integrante di
esse”. Diversi gli imprenditori. Ci sono
Enrico Biondi (Bioos), Lanfranco
Beleggia (Brosway), Paolo Marzialetti (Paimar),
Federico Steca (gruppo Steca), Roberto
Moretti (Cobit), Enrico Paniccià
(Giano). “Molti gli imprenditori che
hanno scelto di stare vicini al
territorio nonostante il momento
difficile”, spiega Paniccià. Che poi
aggiunge: “D’altro canto ognuno di noi
ha ricevuto tanto ed è giusto, per quel
che si può restituire qualcosa alla
propria terra”. Tra gli invitati anche
don Pietro Orazi in rappresentanza
dell’Arcidiocesi di Fermo, Alberto Palma
e Amedeo Grilli, rispettivamente
presidenti della Carifermo Spa e della
fondazione Carifermo, Massimo Bertuzzi,
presidente del Cosif. E mentre negli
anni scorsi Vip e paganti erano tutti
ricevuti al pianterreno, dove si
consumava insieme il ricco buffet,
stavolta - su questo c’è stato qualche
mugugno - l’amministrazione ha separato
gli invitati, con buffet in zona bar, e
i paganti, al pianterreno. Alle ore 21
in punto tutti ai propri posti. Si alza
il sipario sul Nabucco, anticipato
dall’inno di Mameli per celebrare
degnamente i 150 anni dell’Unità
d’Italia. Prossimo appuntamento con
l’opera il 5 e 6 novembre con Elisir
d’amore di Donizetti.