FOTOCRONACAFERMANA

 

 FERMO

 

IL 16 NOVEMBRE 2007

 STADIO "BRUNO RECCHIONI"

DI FERMO

ITALIA-AZERBAIJAN
QUALIFICAZIONE AL CAMPIONATO

EUROPEO UNDER 21
 

 

 

Stadio "Bruno Recchioni "di Fermo

CAMPIONATO

EUROPEO UNDER 21

ore 21,00

ITALIA-AZERBAIJAN
5-0

Acquafrsca Cerci,Russotto,Dossena

 ITALIA (4-2-3-1): Consigli, Motta, Marzoratti, Criscito, De Ceglie; Dessena, Cigarini; Cerci (32’ Russotto), Giovinco, Paonessa (22’ st Morosini) Acquafresca (16’ st Osvaldo). (Sirigu, Santacroce, Bocchetti, Pozzi). All. Casiraghi.
AZERBAIJAN: (4-4-2): Aghayev, Shimzada, Hsanov, Abishov, Narimanov; Hajihev (29’ st Karimov), Novruzov (20’ st Mammadov), Yusifov, Javadov ( 38’ st A. Mammadov); Nadirov, Amirgulkiev. (Umarov, Abdullayev, Zargarov, Abdulov). Allenatore: Garibov.
Arbitro: Trattou (Cipro)
Reti: 41’ e 46’ pt Acquafresca, 32’ st Cerci, 40’ st Russotto, 47’ st. Dessena-
Note: spettatori 7.000. Ammoniti: Acquafresca, Hsanov, Shimzada e Dessena. Angoli: 1-0 per l’Italia.

Italia, che festa a Fermo

Cinquina dell’Under 21 di Casiraghi all’Azerbaijan

dal nostro inviato
MIMMO CUGINI

FERMO Azerbaijan travolto: 5-0. Che festa a Fermo dove il calcioo sta cercando di risalire dalle ceneri e l’arrivo degli azzurrini di Casiraghi è un’occasione da non perdere. Settemila spettatori in una serata gelida con il vento di tramontana e la pioggia sono un record che fa capire perchè dopo due anni l’Under 21 azzurra è di nuovo qui (la prima volta fu nel 2000, Italia-Georgia 3-2). La squadra di Casiraghi vale tanto amore: belle giocate, ritmo alto e due gol già nel primo tempo con almeno quattro occasioni, tutte dell’under 21 azzurra. Insomma gli azzurrini la prendono sul serio e portano a casa i primi tre punti aspettando la sfida di mercoledì a Torshavn contro le Far Oer che potrebbe dar loro il pass per i play-off degli Europei di categoria.
Lo striscione dedicato a Gabriele Sandri saluta l’ingresso delle squadre in campo, l’inno nazionale è un’ottima occasione per scaldarsi. Casiraghi conferma l’idea del 4-2-3-1 con Giovinco molto largo a sinistra che si scambia la posizione con Paonessa mentre Cerci a destra è poco servito. Gli azeri si presentano col classico 4-4-2, difesa alta e pochi tentativi offensivi.
Tra gli azzurrini c’è gente che ha già un presente importante in serie A: lo spunto di Acquafresca che porta alla volèe di Paonessa al 15’ scatena gli applausi della curva Duomo. Aghayev è sulla traiettoria e blocca senza problemi. Due minuti dopo è Acquafresca che prova il diagonale, ancora parato. L’Italia domina la partita: De Ceglie sale con grane personalità a sinistra, l’esterno che gioca a Siena (ma è di proprietà della Juventus) fisicamente sembra il più pronto per giocare ai massimi livelli. Ma dove il fisico non arriva Giovinco ci mette la tecnica, il fantasista dell’Empoli (anche lui destinato a tornare alla Juve dove è cresciuto calcisticamente) è il vero spettacolo della serata. Il campo pesante non gli crea problemi, lui schizza via sulla fascia con finte e veroniche. C’è anche l’Azerbaijan però, che non concede spazi e prova a ripèartire in contropiede. Nadirov scarica un destro velenoso dai 25 metri dopo una penetrazione centrale e Consigli sente i brividi sulla schiena (28’). L’Italia dà l’impressione di poter passare da un momento all’altro, ma ai sedici metri arriva sempre l’errore che salva gli azeri. Comne al 36’ quando Giovinco lancia Paonessa in area, destro in corsa da posizione felice ma la mira è sballata. Ma il gol arriva al 41’ e non è un caso che arrivi dalla fascia sinistra, dove Acquafresca si libera e chiude col sinistro, diagonale di sinistro che Amirguliyev spinge nella propria rete cercando di anticipare Cerci. Subito dopo Acquafresca ha la palla per chiudere la partita ma centra la traversa. Si fa perdonare al primo dei due minuti di recupero quando batte per la seconda volta Aghayev con un diagonale di destro dopo una splendida azione di Giovinco. Saranno famosi e forse lo sono già. Di sicuro è una squadra che diverte la gente, soprattutto quando il pallone capita tra i piedi di Giovinco, talento allo stato puro.
Nella ripresa la musica non cambia ma gli azzurri abbassano il ritmo. C’è spazio anche per Osvaldo e Morosini, c’è gloria per Cerci che alla mezz’ora della ripresa firma il 3-0 con un tocco preciso di sinistro sull’uscita di Aghayev. E poi Russotto e Dessena chiude il conto.

 

LE FOTO DELLA GARA

  

  

Entusiasmo e bandiere azzurre
ma anche cori per il tifoso laziale

di UBERTO FRENQUELLUCCI

FERMO Tutto come da tradizione. Giove pluvio, tanto per cominciare. Presente come nell’ultima apparizione degli azzurrini alle pendici del Girfalco (15 novembre 2006, Italia-Ungheria 1-0, gol di Pazzini), anche se con minore intensità. Un grande pubblico, tanto per proseguire. Fermo ha risposto presente nonostante pioggia e freddo penetrino fin dentro le ossa. Laterale coperte esaurite fin dalle prime ore della mattinata e buon colpo d’occhio dalla curva Duomo e dalla curva Est. Parte l’inno di Mameli, suonato magistralmente dalla banda ”Città di Fermo” e lo stadio canta a squarciagola. Dagli spalti spuntano i primi striscioni: «Criscito e Giovinco, due di noi». Commozione quando dalla curva Duomo spunta un «Gabriele vive» (la parte precedente dello striscione, che recitava «Un ultras non muore mai», sembra sia stata stoppata all’ingresso dalle forze dell’ordine). Subito seguito da cori inneggianti: «giustizia» per il povero tifoso laziale ucciso domenica in un autogrill.
Il sostegno degli ultras locali comincia a partire dal 15’: in campo, Giovinco e De Ceglie planano sullo scivoloso manto erboso del Recchioni, ma il risultato non si sblocca. Il freddo punge: per scaldarsi servirebbe una giocata, un’intuizione, un gol... Lo speaker dell’evento, Gabriele Sbattella (il mitico uomo-gatto) di Sarabandiana memoria, impeccabile nel suo inglese, non aspetterebe altro. E finalmente, al 41’ il suo boato può splodere: l’IOtalia è in vantaggio. Dagli spalti rioparte Frattelli d’Italia. La Casiraghi band senbra giocare con maggiore scioltezza e Acquafresca raddoppia. Squadre al riposo tra gli applausi poi sibizione dei tamburini della cavalcata dell’Assunta ad vallietare l’infreddolita folla. Tutta presa, come la squadra, a recarsi al bar per prendere qualcosa di caldo. In campo la restante porzione di gara esprime pura accademia. erci fa 3-0, Russotto fa poker, poi Dessena fa cinquina e l’Italia vince con un rotondissimo 5-0. Fermo anche. Come da tradizione, appunto.
Al fischio finale dell’arbitro cipriota i tifosi chiamano gli azzurrini sotto la curva per il tradizionale scivolone di saluto: partecipano tutti da Giovinco a Dessena, da De Ceglie agli esordienti Cerci e Osvaldo: è un tripudio di bandiere azzurre e tricolori. Una grande vittoria, una bella festa.